Un pò di storia

Le origini
L’educazione popolare femminile ha conosciuto a Sezze, alla fine del sec. XVII, una stagione di indubbio favore, caratterizzata soprattutto dalla forte personalità di Caterina Savelli (1628-1691), una donna di straordinaria carica spirituale che aveva deciso di spendersi per l’educazione delle ragazze della sua città. Intorno alla Savelli si era creata una comunità di donne, desiderose di perseguire il suo stesso ideale apostolico, ma alla sua morte il gruppo si era disperso e, in effetti, le cronache ci hanno lasciato la testimonianza dell’impegno di una sola sua compagna, Angela Rossi (1664 ca.-1745); grazie a lei - incoraggiata da Claudia De Angelis (1675-1715) di Anagni (Frosinone), fondatrice di una “Scuola Pia della Carità”, evolutasi poi nell’attuale congregazione delle Suore Cistercensi della carità - il seme gettato da Caterina Savelli non andò smarrito.

L’intervento del cardinale Corradini
All’iniziativa fu impressa una svolta determinante dall’intervento del cardinale Corradini, che però non si limitò a rilevare le intuizioni della Savelli: coordinando le diverse esperienze educative di Caterina e di Angela Rossi, utilizzando la disponibilità finanziaria di Bartolomeo Rota - un droghiere romano oriundo di Strozza (Bergamo) - e mettendoci del proprio, il cardinale di Sezze reinvestì queste energie e diede origine ad una nuova comunità religiosa, capace di dedicarsi completamente a servizio dell’educazione femminile; così, nel volgere di pochi anni, coadiuvato anche dal barnabita padre Pietro Francesco Valle, Corradini eresse a Sezze - e dotò munificamente - il conservatorio della S. Famiglia, inaugurato nel 1717.
Il cardinale si rese conto che la molteplicità di esperienze educativo-assistenziali a lui contemporanee offrivano alla sua fondazione l’assicurazione di una base già sperimentata ed efficace per le sue convittrici: proprio per questo, le giovani giunte a Sezze per la fondazione del conservatorio erano “monacande”, cioè giovani che dovevano ancora emettere la professione religiosa, e provenivano - a parte Angela Rossi, discepola della Savelli, e Loreta Santucci Corradini - da esperienze di formazione maturate presso le Maestre pie Venerini di Viterbo (sappiamo con sicurezza che le prime due maestre della scuola di Sezze, suor Maria Anna e suor Maria Gioacchina Asdenti, avevano maturato la loro vocazione educativa presso Rosa Venerini), nel monastero romano del Bambin Gesù e probabilmente in altre comunità che preparavano ragazze ad intraprendere la vita religiosa.

Celebrazione a Roma, a S. Carlo ai Catinari
Il 23 giugno 1717 padre Valle, delegato del fondatore per gli inizi della casa di Sezze e della stessa congregazione, radunò il gruppo delle aspiranti convittrici a Roma, nella cappella di S. Anna all’interno della basilica di S. Carlo ai Catinari, ove era ad attenderle il cardinale Corradini; ascoltata la messa celebrata dal fondatore, costui le «esaminò, et approvò, et immediatamente ordinò al P. Valle, che le conducesse a Sezze».

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Stemma araldico del cardinale Corradini
(elaborazione grafica dall'originale di Enzo Parrino)

Gli inizi a Sezze
A Sezze, intanto, tutto era pronto: la chiesa, ancora provvisoria, e i locali del conservatorio erano stati benedetti il 19 giugno dal vescovo diocesano Bernardo Maria Conti (1710-1720). Il 27 giugno, poi, guidate da Valle, entravano nel conservatorio le prime ragazze che davano inizio ufficiale alla loro esperienza di aspiranti Convittrici della S. Famiglia. Il Registro delle vestizioni e professioni ne ricorda i nomi: Angela Rossi, Aurelia Sperandini, Susanna Bugliardi, Vittoria Maria Amico, Maddalena Monti, Marta Asdente, Francesca Asdente, Anna Francesca Deutertere, Elisabetta Castellacci, Maria Maddalena Abbondanza, Agata Conosciani, Alessandra Mantelli e Lucia Deutertere.
Il 4 luglio si aggiunsero al primitivo gruppo di aspiranti le due sorelle Caterina e Angela Cristiani: la prima per vestire l’abito religioso, mentre la sorella più piccola, Angela, doveva restare in “educazione” per due anni; con loro fu ammessa l’aspirante conversa Maria Eccren.


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facciata della chiesa della S. Famiglia

La vestizione
Il 26 luglio venne celebrata la vestizione delle nuove convittrici, cui venne consegnato l’abito religioso ed imposto il nuovo nome; ad esse, nei mesi seguenti, si aggiunsero altre ragazze.

Le scuole
Ormai completato l’organigramma delle convittrici, costoro diedero inizio alle attività educative proprie della nuova congregazione il 17 agosto, giorno in cui furono aperte «le scuole delle fanciulle d’ogni età e condizione con molto concorso, e frutto ed aggradimento della Città […]


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Il cortile del conservatorio di Sezze
alla fine del sec. XIX

vi furono deputate et impiegate da principio otto Convittrici, […] sotto la direzione delle due prime Maestre Suor Maria Anna e Suor Maria Gioacchina Asdenti, per molti anni esercitate, ed allenate in Roma, a questo effetto nelle scuole di educatione dalla loro stessa prima Istitutrice la celebre Serva di Dio Rosa Venerini di Viterbo».

Le prime professioni
Il fondatore volle essere presente il 4 novembre, giorno in cui sedici convittrici «fecero Sollenne Professione col voto di Perseveranza, e Proposito dè trè Consegli Evangelici in mano dell’Eminentissimo, e Reverendissimo Signor Cardinal Pietro Marcellino Corradini Fondatore, e Protettore di questa Congregazione».

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Il frontespizio delle costituzioni del 1729

La cronaca del tempo ci ha conservato il testo della professione religiosa emessa nelle mani del cardinale Corradini: «A Maggior Gloria di Dio, della Santissima Vergine, e di tutta la Corte Celeste. Io Suor Maria N.N. nel secolo Nominata N.N. alla presenza di Voi Eminentissimo, e Reverendissimo Signor Cardinale Pietro Marcellino Corradini del Titolo di S. Giovanni Ante Portam Latinam; Fondatore, Protettore, e Padrone di questo nuovo Monastero della Sacra Famiglia di questa Città di Sezze, come pure di voi mie Convittrici, e Sorelle; Fò voto, e prometto alla Santissima Trinità Padre Figliolo, e Spirito Santo; al Bambino Gesù, alla Santissima Vergine Maria, e Santi Giuseppe, Gioachino, et Anna, e San Michele Arcangelo Nostri speciali Protettori, et à tutta la Corte Celeste, Perseveranza sino alla morte in questa Congregazione della Sacra Famiglia di questa medesima Città di Sezze, e di più Propongo osservare Perpetua Castità Povertà, et Obbedienza conforme le Nostre Regole, e Costituzioni. Così Dio m’ajuti: Nella Chiesa della nostra Casa questo dì 4 Novembre 1717».

Lacrime di consolazione
La cronista della congregazione termina il resoconto degli eventi di quel giorno annotando: «fu conclusa la fonzione con una seria esortazione di detto Eminentissimo, quale piangeva per consolazione».


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La S. Famiglia con i santi patroni della congregazione e il suo fondatore
(Agrigento, chiesa del Collegio di Maria)

In Sicilia
Nato come casa autonoma - caratteristica delle fondazioni religiose di quei tempi - il conservatorio della S. Famiglia di Sezze nel giro di pochi anni si trovò a capo di un fitto numero di comunità che adottarono la stessa regola data da Corradini alla sua fondazione, e che guarderanno poi sempre a Sezze come alla casa madre di quella che è attualmente la congregazione delle Suore Collegine della S. Famiglia, che parla oggi molte lingue. La diffusione dei Collegi di Maria in Sicilia - così furono chiamate le comunità corradiniane - è da collegare alla straordinaria fortuna incontrata nell’isola dal modello di conservatorio elaborato dal cardinale Corradini ed affidato alle cure di una comunità religiosa che ne assicurasse lo stabile funzionamento: un modello, dunque, che utilizzava la vita religiosa per le necessità dell’insegnamento popolare. Il primo collegio-conservatorio governato dalle costituzioni corradiniane sorse nel 1721 a Palermo; numerosi altri gli tennero dietro rapidamente, alcuni in forma autonoma, altri legati a figure di sacerdoti e vescovi della Sicilia, ma comunque tutti collegati tra di loro dall’adozione delle costituzioni del 1729, adattate tuttavia da ogni vescovo per la situazione concreta della sua diocesi.

Per riflettere

"La collegina vive la sua consacrazione nella povertà interiore, nella semplicità evangelica, nella disponibilità gioiosa e nella carità fraterna" (dalle Costituzioni del 2016)

"Con fatti e con parole essere dono e annuncio di salvezza a tutti" (dalle Costituzioni del 2016)

"La vita religiosa, segno dei beni escatologici, è chiamata primariamente al continuo rinnovamento spirituale" (dalle Costituzioni del 2016)

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