Cenni biografici

Pietro Marcellino Corradini nasce a Sezze - antica città del Lazio, oggi in provincia di Latina - il 2 giugno 1658: al suo battesimo funge da madrina la venerabile Caterina Savelli (Sezze, 1628-1691), che è all'origine in loco di una significativa attività di educazione della gioventù femminile. Nella prima adolescenza viene inviato a Roma a proseguire gli studi, mostrando notevoli attitudini in campo giuridico ed archeologico, come provano le sue prime pubblicazioni, apparse quando egli è poco più che ventenne. Laureatosi in diritto, il cardinale Benedetto Pamphily (1653-1730) lo prende con sé e lo nomina nel 1685 suo uditore legale; questa posizione e le sue pubblicazioni lo pongono all'attenzione della Curia romana.

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Il fondatore in una incisione contemporanea

Sebbene facesse parte dei chierici avendo ricevuto da tempo la tonsura, tuttavia solo in età matura Corradini riceve gli ordini sacri, fino all'ordinazione sacerdotale che gli viene conferita nel 1702, a 44 anni, nella basilica di San Giovanni in Laterano; una scelta consapevole e radicale, per il tempo e per il mondo in cui si trova a lavorare, compiuta al di fuori di logiche di carriera, che non avevano bisogno del presbiterato e dell'episcopato per scalarne le vette. La sua competenza e diligenza gli valgono la stima personale di Clemente XI (1700-1721) che nel 1707 lo elegge arcivescovo di Atene in partibus infidelum e nel 1712 lo "crea" cardinale del titolo di San Giovanni a Porta Latina (nel 1726 passa a quello di Santa Maria in Trastevere).
Gli anni che seguono la promozione cardinalizia vedono Corradini impegnato a diverso titolo: dal 1718 prefetto della sacra Congregazione del concilio, nel 1734 per una sua precisa scelta diviene vescovo della diocesi suburbicaria di Frascati: pastore "tridentino" in senso autentico, interessato ai problemi concreti dei suoi preti, saprà ricordare in molti casi i doveri del clero contro ogni lassismo; restauratore della disciplina ecclesiastica, munifico patrono di comunità religiose, richiama quando necessario i consacrati ad una maggiore coerenza di vita;


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Interno della cattedrale di Sezze

instancabile la sua attività pastorale in tutti i centri del Tuscolano e i suoi interventi per migliorare il tenore di vita dei fedeli a lui affidati. Una esistenza, in definitiva, interamente consumata per la Chiesa: le sue capacità pastorali, il dono del discernimento degli spiriti (i Passionisti gli sono grati per il valido sostegno offerto al loro fondatore san Paolo della Croce), l'ansia di vivere la carità nei confronti dei più poveri e bisognosi, caratterizzano l'essenza della spiritualità di Corradini e danno ragione della fondazione della congregazione delle Convittrici della Sacra Famiglia, la cui casa madre viene aperta a Sezze nel 1717 e che oggi sussiste nelle Suore Collegine della Sacra Famiglia: un istituto antesignano nella promozione ed educazione della donna, che si propaga anche in altre regioni e soprattutto in Sicilia, tanto che, appena qualche anno dopo la morte del fondatore, vi si contano già quasi sessanta collegi, mentre oggi la sua congregazione è diffusa in tre continenti (Africa: Kenya, Tanzania; America: Messico; Europa: Albania, Italia, Romania).
Anche la serenità con cui accetta la sua esclusione dal papato per il veto imposto dalle potenze europee, soprattutto durante il conclave del 1730, rivela lo spessore della sua vita cristiana; annota in proposito il Pastor nella sua Storia dei Papi che all'elezione di Clemente XII «La gioia del popolo … fu poca, perché a Roma si era tutt'ora sperato in Corradini, che godeva simpatie molto più grandi».

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Il battistero in cui il fondatore fu battezzato
(Sezze, cattedrale)

Un uomo non chiuso unicamente nell'azione diplomatica - in cui pure era riconosciuto maestro - ma nel quale permane un'inquietudine profondamente religiosa, un anelito verso le anime e verso i poveri. Così appare Corradini, come quando, nel redigere con grande precisione il suo testamento, non dimentica l'ospedale romano di San Gallicano, domandando che «vi si provveda il fuoco, e la sera un pane con minestra a quelli poverelli che saranno ricevuti nella grande stanza dell'Ospedale, fatta a questo fine, di ricevere, particolarmente l'inverno, quelli miserabili che non possono avere luogo nei letti dell'Ospedale ripieni d'ammalati; acciò non periscano per le strade, e quando l'entrata lo comporti, vogliamo che a detti poveri si dia la sera oltre il pane, e minestra, anche una pietanza».
Pietro Marcellino Corradini muore l'8 febbraio 1743 e alla notizia della sua scomparsa unanime sono il cordoglio e gli attestati di stima. Ma forse l'elogio più bello di lui lo aveva espresso decenni prima l'ambasciatore veneziano Lorenzo Tiepolo, in una relazione da Roma del 1713, ove mostra di aver intuito le qualità anche umane di Corradini, cogliendone la duttilità interiore: «Io l'ho ritrovato forte nel suo impegno  - scriveva il Tiepolo -  ma pieghevole alla ragione».

Per riflettere

"La collegina vive la sua consacrazione nella povertà interiore, nella semplicità evangelica, nella disponibilità gioiosa e nella carità fraterna" (dalle Costituzioni del 2016)

"Con fatti e con parole essere dono e annuncio di salvezza a tutti" (dalle Costituzioni del 2016)

"La vita religiosa, segno dei beni escatologici, è chiamata primariamente al continuo rinnovamento spirituale" (dalle Costituzioni del 2016)

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